Effetti della Comunione fatta in unione alla Umanità, Divinità e Volontà di Gesù
Effetti della Comunione fatta in unione alla Umanità, Divinità e Volontà di Gesù
(Libro di Cielo - Luisa Piccarreta - Febbraio 24, 1917)
“Figlia mia, chi fa la mia Volontà e tutto ciò che fa lo fa nel mio Volere, Mi costringe a fare insieme ciò che fa l’anima. Sicché, se si comunica nel mio Volere, Io ripeto gli atti che feci nel comunicarmi e rinnovo il frutto completo della mia Vita Sacramentale; se prega nel mio Volere, Io prego con lei e rinnovo il frutto delle mie preghiere; se soffre, se opera, se parla nella mia Volontà, Io soffro insieme col rinnovare il frutto delle mie pene, opero e parlo insieme, e rinnovo il frutto delle mie opere e parole; e così di tutto il resto”.
La SS. Eucaristia contiene tutta la Vita, le preghiere, le pene, le opere e l’Amore di Gesù. Se l’anima, nel comunicarsi, fa ciò che fece Gesù nel ricevere Sé stesso, Gli rinnova quella gloria e frutto completo della sua Vita Sacramentale.
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(Libro di Cielo - Luisa Piccarreta - Dicembre 22, 1916)
Avendo fatto la Comunione, mi tenevo stretto al mio cuore il mio dolce Gesù e dicevo: “Vita mia, quanto vorrei fare ciò che facesti Tu stesso nel riceverti Sacramentato, affinché Tu potessi trovare in me i tuoi stessi contenti, le tue stesse preghiere, le tue riparazioni”. Ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
“Figlia mia, in questo breve giro dell’Ostia Io racchiudo tutto, e perciò volli ricevere Me stesso, per fare atti compiuti che glorificavano il Padre degnamente, ché le creature ricevevano un Dio, e davo alle creature [il] frutto completo della mia Vita Sacramentale; altrimenti [il frutto della mia Vita Sacramentale] sarebbe stato incompleto per la gloria del Padre e per il bene delle creature. E perciò in ogni Ostia ci sono le mie preghiere, i ringraziamenti, e tutto il resto che ci voleva per glorificare il Padre e che la creatura doveva farmi. Sicché, se la creatura manca, Io in ogni Ostia continuo il mio lavorio, come se per ciascun’anima ricevessi un’altra volta Me stesso. Onde l’anima deve trasformarsi in Me e fare una sola cosa con Me e far sua la mia Vita, le mie preghiere, i miei gemiti d’amore, le mie pene, i miei palpiti di fuoco, ché vorrei bruciare e non trovo chi si lasci in preda alle mie fiamme. Ed Io in quest’Ostia rinasco, vivo e muoio e Mi consumo, e non trovo chi si consuma per Me; e se l’anima ripete ciò che faccio Io, Mi sento ripetere, come se un’altra volta avessi ricevuto Me stesso, e vi trovo gloria completa, contenti divini, sfoghi d’amore che Mi pareggiano, e do grazia all’anima di consumarsi della mia stessa consumazione”.
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